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Capsicum frutescens 'Hidalgo' 003

Cosa ha in comune il tabacco con il peperoncino? Entrambe queste piante appartengono alla famiglia delle Solanacee, che comprende anche, ad esempio, la melanzana, la patata, il pomodoro, la paprika, la petunia e la datura.

Tutte piante, tabacco incluso, che hanno un vasto utilizzo, soprattutto in campo alimentare e farmaceutico (dalla belladonna, ad esempio, si ricavano l’atropina e la scopolamina). Tuttavia la realtà agricola e gli usi alternativi del tabacco vengono spesso distorti dall’emotività con cui le organizzazioni interessate al controllo del fumo attaccano la pianta stessa; ne derivano informazioni spesso parziali, presentate in modo scorretto e senza nessun riferimento preciso.

Per un approfondimento scientifico sul tema di tabacco e ambiente, vengono discussi qui di seguito l’impatto di questa coltura sull’ambiente in seguito all’uso di antiparassitari e fertilizzanti ed all’impiego di legna nella cura.

Antiparassitari

Spesso si sente dire che il tabacco nuoce all’ambiente perchè ha bisogno di un maggior uso di antiparassitari rispetto ad altre colture. Questo non è corretto. Anche se non esistono studi comparativi sulle varie colture per quanto riguarda il consumo di antiparassitari, esistono invece le banche dati di alcune importanti organizzazioni, fra cui il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Da questa banca dati risulta chiaramente che l’impiego totale di antiparassitari per ettaro sul tabacco è molto inferiore a quello di altre colture importanti quali fragole, agrumi, mele, patate e carote.

Un’altra fonte d’ informazione sono le etichette dei prodotti antiparassitari. Poichè gli antiparassitari (altresì chiamati fitofarmaci) sono generalmente prodotti pericolosi, vengono sottoposti a una regolamentazione fra le più severe al mondo. Sia la sostanza attiva che il prodotto formulato sono registrate dalle autorità competenti prima di poter essere prodotti, venduti ed usati in un determinato paese. La registrazione di un antiparassitario è il processo tramite il quale le autorità di un paese, in Italia il Ministero della Salute, esaminano la sostanza attiva e il formulato, le colture e le dosi di impiego, la frequenza e il momento dei trattamenti, le modalità di applicazione, e le modalità di immagazzinamento e di smaltimento. Tramite questo esame devono garantire che l’antiparassitario non abbia effetti negativi sugli esseri umani e sull’ambiente. La decisione delle autorità nazionali è basata sull’esame di una lunghissima serie di studi richiesti per legge.

I produttori degli antiparassitari non possono ottenere la licenza di produrre, vendere e far usare i loro prodotti senza sottoporre alle autorità competenti  tutti gli studi richiesti per legge. Sono necessari almeno cinque anni per eseguire gli esami necessari per  richiedere l’autorizzazione, ed Il processo di registrazione dura come minimo un paio d’anni.

Al momento di concedere il permesso d’uso del prodotto sotto forma di decreto di registrazione, il governo normalmente pubblica sulla Gazzetta Ufficiale l’etichetta del prodotto registrato, che comprende tutte le colture autorizzate e le modalità di impiego. Risulta pertanto molto facile confrontare le dosi e la frequenza di impiego degli antiparassitari registrati sul tabacco con quella di altre colture. L’analisi delle etichette dei principali paesi produttori, fra cui l’Italia, ha dimostrato che le dosi di impiego sul tabacco sono in linea con, se non inferiori a, quelle usate per molte altre colture.

The use of pesticides in tobacco growing

Fertilizzanti

Spesso si sente dire che il tabacco impoverisce il suolo in quanto consuma gli elementi nutritivi del terreno molto più rapidamente di altre colture. E’ difficile affermare una cosa del genere in quanto non ci sono studi comparativi sulle necessità di apporto fertilizzante di diverse colture in quanto queste cambiano in funzione di una serie di parametri fra cui lo stesso tipo di suolo, la rotazione delle colture, il clima, ecc. Gli elementi nutritivi principali per le piante sono azoto, fosforo e potassio, e piante diverse ne hanno bisogno in modo diverso. E’anche difficile dire se una pianta che ha bisogno di più potassio che azoto rispetto ad un’altra pianta che ha bisogno di più azoto che potassio sia più o meno nociva per l’ambiente.

La FAO (l’organizzazione per l’agricoltura delle Nazioni Unite) ha una banca dati sui fertilizzanti nella quale convergono le statistiche  fornite dai vari paesi  sull’uso dei fertilizzanti sulle principali colture. Solo 40 paesi menzionano il tabacco fra le colture più importanti. I dati dimostrano che il tabacco non richede un maggior uso di fertilizzanti rispetto a molte altre colture.

Tobacco production and fertilizers

 Uso di legna per la cura

Un aspetto particolare del tabacco è che ha bisogno di essere essiccato per acquisire le caratteristiche organolettiche gradite ai consumatori. A seconda della varietà, tale processo può svolgersi o al sole, come avviene in Grecia, Bulgaria, Macedonia o Turchia per il tabacco orientale, o all’aria in particolari capannoni, come nel caso del tabacco Burley coltivato in Campania o nel Veneto, o a fuoco diretto, come per il tabacco Kentucky coltivato tra Toscana e Umbria, o in forni particolari che in alcuni paesi sono alimentati a legna.

Le organizzazioni interessate al controllo e all’abolizione del tabacco sostengono che il tabacco è una delle maggiori fonti di disboscamento a livello mondiale sia per la continua crescita delle estensioni coltivate, sia per l’impiego di legna per l’essiccazione. Questo non è corretto.

I dati FAO dimostrano che la coltivazione di tabacco rappresenta meno dello 0.1% dei terreni coltivati a livello mondiale. L’estensione delle superfici coltivate a tabacco a livello mondiale è in calo, essendo diminuita del 15% negli ultimi vent’anni. Anche se in pochi paesi produttori le superfici coltivate a tabacco sono aumentate, l’aumento di queste superfici è sempre stato di gran lunga  inferiore a quello di altre colture come soia, mais, riso, leguminose, patata, gomma, palma da olio.

Per quanto riguarda poi l’impiego del legname, in Europa il tabacco flue-cured Virginia, che è essiccato a calore, usa sia metano sia biomassa come combustibile dei forni, e sono anche in atto studi per sfruttare l’energia solare. I capannoni per il Burley sono tutti costruiti in mattoni e travi metalliche. Per quanto riguarda le piccolissme produzioni di tabacco essiccato a fuoco diretto, in Italia il legname è fornito dall’Ente Forestale.

Il problema è invece più sentito in alcuni paesi in via di sviluppo dove, per mancanza di elettricità o di combustibili alternativi, il legname rappresenta la principale fonte di energia ed è anche considerato uno dei principali materiali di costruzione. Lo studio allegato, basandosi su dati pubblici e indipendenti dal settore del tabacco, rileva che il problema del disboscamento esiste solo in pochissimi paesi e che comunque le società del settore intraprendono attività per minimizzarne l’impatto, sia tramite il miglioramento dei locali di essiccazione sia attraverso progetti di rimboschimento.

The impact of tobacco growing on deforestation

 

 



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