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Della coltura del tabacco, uno degli elementi più importanti è l’altissimo assorbimento di mano d’opera, sia nelle fasi di campo sia nelle fasi di prima trasformazione delle foglie. Rappresenta una fortissima fonte di occupazione, soprattutto in aree in cui non ci sono molte altre possibilità alternative di lavoro.

Per quanto riguarda la pianta, le complesse operazioni colturali, dalla preparazione dei semenzai al trapianto, alla cimatura alla raccolta scalare delle foglie, e alla cura e prima gradazione delle foglie, richiedono più manodopera che non le colture tradizionali a pieno campo. Per quanto riguarda la fase di prima trasformazione delle foglie, le operazioni richiedono un’accurata separazione per colore e per qualità, la rimozione di eventuali sostanze estranee e la rimozione della nervatura centrale prima di procedere alle fasi di impaccatura per la prolungata conservazione. Queste operazioni sono tradizionalmente fatte da donne, per una serie di ragioni: le donne sono più attente alle sfumature del colore che rappresenta il principale criterio di classificazione qualitativa del tabacco all’interno delle varietà, e sono ritenute più rapide nelle cernita e rimozione delle sostanze estranee.

L’elevata percentuale di lavoro femminile ha avuto una forte influenza sulla trasformazione sociale in Italia. Le donne occupate nelle fabbriche, note con il nome di “tabacchine”, erano pronte ad affrontare lunghe lotte per l’affermazione dei propri diritti con tutti i problemi di un lavoro precario e stagionale, ma comunque importantissimo perchè consentiva un salario sicuro nei mesi in cui c’era meno lavoro da svolgere nei campi.

La fortissima presenza femminile nel mondo operaio portò alla creazione dei primi asili. Tanto per citare pochi esempi fra quelli più conosciuti, a Tricase in Puglia, l’Azienda Cooperativa Agricola e Industriale di Tricase, nata ai primi del secolo scorso, operava un asilo nido per i figli delle dipendenti, poi nel 1938 istituì un ambulatorio medico-chirurgico, diretto da un medico di fabbrica, per la prevenzione e la cura delle malattie con distribuzione gratuita di farmaci. La Fattoria Autonoma Tabacchi di Trestina in Umbria gestiva un asilo nido e sovvenzionava colonie marine e montane per le dipendenti e le loro famiglie. A Torino, per numerosi figli delle tabacchine torinesi (oltre 1.700 operaie all’inizio del secolo scorso) che lavoravano alle Manifattura Tabacchi, già prima dell’unità d’Italia i Savoia avevano voluto “l’incunabolo”, che assolveva alle funzioni di nido. In seguito nel 1880 arrivarono anche l’asilo Umberto I e la scuola elementare Giuseppe Cesare Abba; l’asilo fu il primo ad essere costruito, nel 1880, fra quelli della Federazione degli Asili Suburbani. La Manifattura del Monopolio di Modena operava un asilo,  chiamato baliato.

Si parla anche di lavoro minorile nei campi di tabacco nei paesi in via di sviluppo. Il lavoro dei bambini è ancora molto diffuso nei paesi poveri. L’ILO, l’organizzazione per il lavoro delle Nazione Unite, ritiene che ci siano 215 milioni di bambini lavoratori al mondo, di cui oltre la metà sono occupati in agricoltura. Il tabacco purtroppo vede la presenza di lavoro minorile in alcuni paesi, a causa dell’alto impiego di manodopera e a causa della diffusione della coltura del tabacco in paesi dove l’AIDS e malattie endemiche come la malaria rendono orfani tra il 10 el 20% della popolazione sotto i 18 anni obbligandoli a trovare fonti di sostentamento.

Il settore del tabacco è ben conscio di questo problema ed è stato uno dei primi settori agro-industriali a creare una specifica fondazione per l’eliminazione del lavoro minorile. La Fondazione ECLT (Elimination of Child Labour in Tobacco-growing), ben nota agli esperti della lotta al lavoro minorile e molto riconosciuta per i suoi sforzi, ha la sua base a Ginevra dal 2001 e rappresenta una coalizione molto particolare di agricoltori, sindacati e tutte le principali società del tabacco, che si avvale dell’esperienza e dei consigli dell’ILO. Sul sito della Fondazione si trovano  dettagliate descrizioni dei vari progetti svolti nel corso degli anni in sette paesi in via di sviluppo.

Tobacco production and child labour



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