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I diversi tipi di tabacco si contraddistinguono soprattutto per il tipo di cura (detta anche concia) delle foglie. Alla fine del ciclo di coltivazione le foglie sono raccolte individualmente, o a gruppi, in una successione che assicura il giusto stadio di maturità. Le foglie del tabacco allo stato verde contengono generalmente dall’85-al 90% di acqua e per essere conservate ed usate devono essere seccate. La perdita di acqua costituisce quindi il fenomeno più evidente dell’essiccazione del prodotto, e ad esso si accompagnano complesse variazioni chimiche e fisiche del tabacco, fino ad ottenere le caratteristiche merceologiche finali. La cura può avvenire ad aria calda, ad aria a temperatura ambiente, a fuoco o al sole. Le fasi della cura comprendono l’ingiallimento, l’ammarronamento e l’essiccazione delle foglie.  Nelle prime due fasi si hanno soprattutto mutamenti della composizione chimica della foglia, mentre nella terza fase si ha in particolare il calo dell’acqua. Ad alcuni tipi di tabacco si applica anche una successiva fermentazione, che si effettua accumulando i prodotti in masse, con autoriscaldamento del materiale e notevole perdita di peso.

La Comunità Europea suddivide il tabacco in otto gruppi:

  1. Tabacco curato ad aria calda (Virginia): rappresenta il tipo più coltivato, ammontando a circa il 70% della produzione mondiale. Si tratta di un tabacco a foglia larga coltivato soprattutto in terreni poveri e sciolti. La cura avviene in appositi forni a ventilazione forzata in cui il calore prodotto in una fornace viene distribuito  all’interno della massa di tabacco tramite tubature. Qui la temperatura viene gradualmente portata a 80 °C. L’intero processo dura circa 6-7 giorni. Il tabacco Virginia viene utilizzato in diverse percentuali nella miscelazione di quasi tutte le sigarette chiare di tipo americano; nella maggioranza delle sigarette inglesi viene utilizzato al 100%.
  2. Tabacco chiaro curato ad aria a temperatura ambiente (Burley, Badischer Burley, Maryland): si tratta di un tabacco a foglia larga che rappresenta circa il 15% della produzione mondiale. La cura viene effettuata ad aria, in appositi semplici locali al riparo dai raggi del sole e dal vento. All’interno la temperatura dovrebbe essere non inferiore a 16°C e l’umidità intorno al 70%. La durata della cura varia da 20 a 40 giorni, in funzione della corona fogliare, del grado di maturazione delle foglie e dell’andamento climatico. Viene usato soprattutto per sigarette a miscela americana, ma anche nelle miscele di trinciati per pipa, in alcuni sigari e nei tabacchi da masticare.
  3. Tabacco scuro curato ad aria a temperatura ambiente (Beneventano, Havanna, Paraguay, Badischer Geudertheimer): si tratta di un tabacco a foglia larga e rappresenta non più del 2% della produzione mondiale. La cura viene effettuata all’aria e in ombra per circa 60 giorni. Finita l’essiccazione, si procede alla fermentazione, che avviene a massa (circa 80- 200 quintali di foglie) e richiede anche 10-11 mesi. Questo tipo di tabacco viene impiegato soprrattutto per sigarette scure di tipo francese, sigari, tabacco da pipa e tabacco da fiuto.
  4. Tabacco curato a fuoco (Kentucky): Si tratta di un tabacco a foglia larga, che rappresenta appena l’1% della produzione mondiale. Dopo esser lasciato essiccare per alcuni giorni in appositi locali senza fuoco, si accendono fuochi con legna secca di essenza forte ottenendo fumo senza fiamma. La temperatura viene progressivamente portata a 45-50 °C, attivando i processi di fermentazione in massa che conferiscono profumo e aroma al tabacco. Questo tipo di tabacco viene usato soprattutto per il confezionamento di sigari toscani, e per i trinciati per sigarette fatte  a mano.
  5. Tabacco curato al sole: si tratta di un tabacco dalla foglia medio piccola, definito “orientale” essendo una  produzione tipica dell’antico Impero ottomano. A causa delle piccole dimensioni della foglia, è difficile parlare di volume di produzione senza sminuire le quantità dell’orientale rispetto ai tabacchi a foglia larga: in termine di estenione rappresenta il 4% circa della superficie coltivata a tabacco a livello mondiale. Di solito cresce in terreni marginali e terreni quasi montagnosi. Per il processo è necessario un periodo di calda insolazione per almeno un mese dopo la raccolta e la cura avviene quindi soprattutto  all’aperto nei mesi estivi. La cura dura da 10 a 20 giorni a seconda della maturazione delle foglie. L’Unione Europea  divide questo tipo di tabacco in quattro gruppi, le cui differenze sono dettate soprattuto dalle dimensioni della foglia e dal luogo di origine. Il primo è il tabacco curato al sole propriamente detto,e gli altri sono
  6. il tabacco Basmas, con foglie piccole e con gusto dolce e delicato
  7. il tabacco Katerini, con un gusto abbastanza neutro
  8. il tabacco Kaba Koulas, un tipo di semi-orientale a foglia media coltivato a bassa quota in terreno fertile, e soprattutto usato come tabacco di riempimento.

In Italia si coltivano

  • Virginia, concentrato particolarmente in Veneto e nell’Alta Valle del Tevere e in Toscana;
  • tabacco chiaro curato all’aria  a temperatura ambiente, di cui è il sesto produttore mondiale dopo Malawi, Brasile, Stati Uniti, Mozambico e Argentina; questo tipo viene coltivato soprattutto in Campania;
  • tabacco scuro curato ad aria a temperatura ambiente,  concentrato soprattutto in Veneto ed in Campania;
  • tabacco scuro curato a fuoco, concentrato soprattutto in Campania, in Umbria e Toscana.


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